domenica 27 febbraio 2011

Luminosità dell’obiettivo, esempio pratico e considerazioni

 

In un intervento precedente avevo parlato della luminosità degli obiettivi e del numero f che indica il diaframma che stiamo usando. Riassumendo in poche parole f indica l’apertura del diaframma, più piccolo è il numero e maggiore quantità di luce passerà permettendo di ottenere un distacco tra il soggetto in primo piano e lo sfondo.

Ecco una serie di scatti che ho fatto e che a mio avviso spiega il tutto meglio di mille parole, l’ordine dei diaframmi usati è il seguente: f2-f4-f5.6-f8-f11-f16-f22. Mano a mano che il numero crescerà noterete il cambiamento dell’immagine, ciò che va detto è che all’aumentare del numero f aumenta anche il tempo di esposizione perchè passando meno luce attraverso l’obiettivo dobbiamo aumentare i tempi della posa, quindi si deve ricorrere ad un cavalletto se la luce a disposizione è scarsa.

f2

f2

f4

f4

f5.6

f5.6

f8

f8

f11

f11

f16

f16

f22

f22

 

Come avete potuto notare lo sfocato varia molto tra una lente luminosa ed una buia, tenete conto che gli obiettivi di fascia bassa partono solitamente da f3.5-f4 e quindi potete capire che con quelle lenti si possono fare tante cose ma non ad esempio ritratti che esaltino il volto e non il resto a meno di non lavorare in studio con degli appositi sfondi. Il rovescio della medagli è che le lenti luminose costano molto e quindi andrebbe valutata bene la spesa in relazione al futuro utilizzo. Altro punto da considerare è che minore è il numero f e maggiore è la possibilità di sbagliare la messa a fuoco, se al posto del fiore ci fosse un viso con f2 posso mettere a fuoco le ciglia e non l’occhio per intenderci rovinando così il ritratto.

Altra cosa da tenere a mente è che la maggior parte degli obiettivi rende al meglio a f5.6, nel senso che a questo valore di diaframma la lente riesce a risolvere il miglior dettaglio mentre a valori inferiori o superiori tende a perdere un pò di incisività, questo però è un discorso generale perchè esistono lenti che non soffrono di questo problema come quella che ho utilizzato per questi scatti.

lunedì 14 febbraio 2011

Computer e programmi...essenziali?

Con la pellicola non c'era scampo, il fotografo era come un cecchino, un colpo un centro oppure sprecava la pellicola a sua disposizione. Oggi i fotografi sono dei mitraglieri, sparano centinaia e centinaia di scatti tanto le schede di memoria sono belle capienti e nel mucchio qualcosa di buono salta sempre fuori. A parte la logica perversa del consumismo che sta alla base di questo ragionamento è un dato di fatto che oggi i fotografi non sono più tali, oggi abbiamo dei "clickomani", gente che preme a ripetizione il pulsante di scatto e poi si getta sul pc per migliorare il tutto. 
Non fraintendetemi, il computer ha sicuramente la possibilità di rendere ancor più bella una buona foto ma di sicuro non può rendere bello qualcosa di indecente per quanto riguarda ad esempio l'inquadratura.
A mio avviso la foto andrebbe trattata come in camera oscura, si possono fare modifiche sui contrasti, sulla saturazione ma poco più. Oggi invece ci sono tantissimi programmi per la modifica delle foto, da quelli gratuiti a quelli ben costosi e potenti ma ci servono? 
Io ho PhotoShop, il programma fotografico per antonomasia ma non lo apro mai, perchè? 
Semplicemente perchè le migliaia di operazioni che permette di eseguire le ritengo più un lavoro da grafico che da fotografo. 
Io utilizzo l'elementare ma completo software che fa parte del pacchetto Windows Live scaricabile da qua: http://explore.live.com/windows-live-essentials?os=other   cosa offre? Tutto quello che serve ad un fotografo al giorno d'oggi e gratis, cosa che non fa mai male. Questo programma permette di andare ad agire sulle luci, sulle ombre, di ritagliare e raddrizzare una foto oltre a tante altre funzionalità che però non utilizzo. Per gli utenti Apple invece c'è IPhoto, un programma simile a quello di offerto da Microsoft e che di per se è sufficiente a fare correzioni eticamente giuste delle foto. 
Una cosa va detta, se passate più tempo a rielaborare i vostri scatti di quanto non ne impiegate per farli...allora dovete rivedere il vostro modo di lavorare perchè sul versante fotografico siete carenti. 
Mi spiego. 
Se in fase di scatto porrete attenzione nell'inquadrare al meglio il soggetto, se starete attenti all'esposizione e se avrete la padronanza della vostra macchina fotografica potrete prendere la vostra scheda di memoria e mandare a stampare gli scatti senza passare per il pc. 
Io mi sono fatto le ossa con la costosa pellicola a suo tempo e vi garantisco che il fatto di ritrovarsi foto scadenti dopo una sessione fotografica era un ottimo motivatore per migliorare. Oggi io suggerisco di fare la stessa cosa a chi vuole imparare a fotografare, prendete la macchina fotografica, metteteci dentro una memoria di piccole dimensioni, che contenga 100 scatti, uscite a fotografare e poi mandate a stampare le foto senza riguardarle al pc. 
A mio avviso è il modo migliore per imparare a scattare da cecchini e non da mitraglieri.

mercoledì 2 febbraio 2011

Stabilizzatore di immagine

A cosa serve lo stabilizzatore di immagine? La domanda può sembrare banale ma in realtà molti ritengono che lo stabilizzatore in qualche modo possa impedire l’effetto mosso dovuto al soggetto inquadrato mentre invece va solo a prevenire le piccole oscillazioni dovute alla mano di chi sta fotografando.

Esistono due tipi di stabilizzatori di immagine, o sulla lente o sul corpo macchina, qual è migliore tra i due?

Personalmente ritengo che a livello di risultato finale si equivalgano però trovo il fatto d’avere lo stabilizzatore di immagine nel corpo macchina porti molti vantaggi, vediamone alcuni. Un corpo stabilizzato rende stabilizzata qualsiasi ottica vi si monti su e permette così di avere lenti più leggere e meno costose di quelle che invece integrano lo stabilizzatore. Se comprate ad esempio una Canon o una Nikon ed andate a vedere i loro teleobiettivi vedrete che sono mediamente più grossi, più costosi e più pesanti delle equivalenti focale coperte ad esempio dalle ottiche Sony, Olympus o Pentax perché queste ultime marche montano lo stabilizzatore di immagine nel corpo macchina.

Lo stabilizzatore porta vantaggi in due casi, il primo è se stiamo usando dei teleobiettivi con i quali le oscillazioni anche minime della nostra mano vengono amplificati ed il secondo lo abbiamo quando fotografiamo con poca luce perché lo stabilizzatore permette di aumentare i tempi di posa senza dover per forza salire con gli iso.

Sicuramente si può vivere anche senza stabilizzatore ma perché privarsi di una comodità che permette di portare a casa molte più foto ed in molte più situazioni?

Il risvolto negativo di questa funzione è il consumo di batteria che sale abbastanza quindi è meglio disinserirlo quando non serve, di solito c’è un menù o un pulsante apposito per questo. Tenete presente che con le lenti grandangolari o in presenza di buona luce i vostri tempi di scatto saranno tali da rendere inutile lo stabilizzatore e potrete quindi tenerlo spento.

Una cosa da ricordare sempre è di spegnerlo se usate il cavalletto! Già perché se lo stabilizzatore in mano vostra è utile riesce a fare l’esatto contrario su una base stabile, come mai? Semplicemente perché i giroscopi dello stabilizzatore si muovono migliaia di volte al secondo e se poggiano su una base solida generano del micro mosso che non sono in grado si compensare essendone loro la causa.