mercoledì 20 gennaio 2016

Riflessioni sul mondo della fotografia

Ogni anno mi soffermo a riflettere sulla fotografia intesa come attrezzatura, sulle innovazioni viste l’anno precedente e sulle proposte delle varie case cercando di capire se e come il mondo fotografico sia cambiato.

Siamo arrivati al 2016 e sono passati 16 anni da quando ho iniziato ad usare macchine fotografiche digitali arrivando dalla pellicola vivendone quindi tutta l’evoluzione dalla nascita ai giorni d’oggi.

Ho assistito alla morte di marchi storici come Minolta, acquisita da Sony e la nascita di nuovi marchi come Panasonic che dal nulla si è inventato marchio di peso nel mondo della fotografia digitale.

Il passaggio da pellicola a sensore ha decretato una rivoluzione in cui solo chi si è saputo reinventare ed ha investito pesantemente in ricerca e sviluppo è sopravvissuto, un cambiamento epocale che nessuno aveva previsto.

Ricordo (sembro un vecchio) il fervore dei primi anni del digitale con soluzioni di tutti i tipi che cercavano di capire i bisogni dei “nuovi utenti” con macchine i cui corpi e lenti erano snodati, con altre che salvavano le foto su dvd fino ad arrivare ad alcune che avevano forme da disco volante. Il tutto pensando che il passaggio da pellicola a sensore dovesse portare con sé anche un cambiamento nel modo di fotografare.

Tutti questi progetti si sono arenati, sono falliti perché alla fine la macchina perfetta già esisteva, andava solo sostituito materiale di registrazione ma la forma quella doveva essere perché già figlia di sperimentazioni e miglioramenti nel corso dei decenni.

Oggi siamo tornati alle forme classiche ed hanno successo, non è una moda vintage ma una semplice presa di coscienza da parte delle aziende che hanno cercato di modificare i corpi macchina in chiave futuristica senza che ve ne fosse bisogno.

Ormai e aggiungerei per fortuna le aziende hanno ripreso a lavorare sulla qualità delle foto più che sulla forma delle macchine fotografiche mirando alla sostanza e non alla forma.

Il 2016 ha visto l’affermarsi dei sensori da 1” nella fascia delle compatte premium con conseguente miglioramento delle immagini ad alti iso mettendo da parte la corsa alle super zoom che avevano come compromesso proprio la grandezza del sensore.

Anche nell’ambito delle mirror less e delle full frame si è visto un affinamento dei modelli già in produzione piuttosto che rivoluzioni a tutto vantaggio di chi punta sulla qualità finale.

Diciamo quindi che forse le aziende hanno finalmente capito che gli utenti normali si accontentano degli scatti fatti con i telefoni mentre chi ha un palato fine vuole qualcosa di veramente migliore sia che si tratti di una compatta da taschino o di una macchina a lenti intercambiabili.

 

 

 

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