Il fotografo di oggi non può prescindere da internet, tutto ruota attorno alla rete, le foto viaggiano a suon di bit e chi non è connesso praticamente non può lavorare. La fotografia oggi si sviluppa solo in digitale, scattiamo file, li elaboriamo in processori sempre più prestanti e li inviamo agli amici, ai siti o semplicemente a qualche servizio di stampa.
Cosa ha comportato tutto ciò?
Sicuramente un aumento enorme nella potenza di calcolo di ogni oggetto tecnologico che utilizziamo. I cellulari che fino a qualche anno fa ci servivano al massimo per mandare sms oggi devono potersi connettere alla rete ad alta velocità, devono avere uno schermo grande e ad alta risoluzione per rivedere foto e filmati e devono essere anche belli. Per chi ha esigenze maggiori esistono i tablet oppure i portatili con tanto di abbonamenti internet per non rimanere mai disconnessi.
In parole povere un fotografo oggi esiste più come entità virtuale che come professionista fisico.
Per fare un esempio a me è capitato più di qualche volta di trovarmi per strada, di assistere ad un incidente o a una manifestazione durante i quali ho fatto delle fotografie che nell’arco di 5 minuti erano già nella posta elettronica della redazione del quotidiano locale pronte per andare in stampa il giorno dopo all’interno di un articolo. Tutto questo è possibile grazie all’avvento del digitale, fino a 15 anni fa avrei dovuto sviluppare il rullino, stampare la foto, vedere il risultato e solo poi inviarlo al quotidiano, con conseguente perdita dell’attimo, della notizia ancora calda. Essere i primi, questo conta oggi, più rapidi ed efficienti si è e maggiori possibilità di veder pubblicato un proprio scatto si hanno e per essere i primi bisogna essere tecnologicamente pronti.
Io di mio cammino sempre con la macchina fotografica al fianco quando esco, uno zoom versatile, la batteria bella carica e il tappo dell’obiettivo tolto perché spesso le scene interessanti si presentano repentinamente e si ha appena il tempo di sollevare la macchina e scattare sperando che la foto sia venuta. Fatto lo scatto, se adeguato, lo passo o sullo smart-phone o sul tablet a seconda di cosa ho dietro in quel momento, lo elaboro con photo shop touch o equivalenti, lo ridimensiono ed eventualmente lo spedisco a chi di dovere o lo condivido su facebook se lo ritengo divertente.
Tutto questo mi richiede si e no 10 minuti di lavoro, impensabile una cosa del genere fino a pochi anni fa ma oggi il mondo corre, corre talmente tanto che una generazione tecnologica fa la differenza nel processo produttivo. Guardiamo gli smart-phone, io ho un HTC Sensation debitamente sbloccato per spremerne il massimo, è un dual core a 1.5 Ghz, una potenza di calcolo degna di un piccolo netbook o di un tablet, oggi stanno per uscire i nuovi smart-phone che montano un quad core per l’elaborazione video, una potenza di calcolo che supera quella di una Play Station Vita di ultima generazione e tutta a disposizione dell’elaborazione di foto e filmati in alta risoluzione. Ovviamente c’è anche chi compra questi mostri e poi semplicemente naviga in rete, manda sms o qualche mail ma a quelli io do dei folli, una spesa deve essere fatta in base alle esigenze e non in base alle mode.
Un fotografo sportivo, ha esigenze diverse ma sempre basate sulla rapidità, se ad esempio ci troviamo in un palazzatto dello sport a seguire un evento come fotografi ufficiali avremo bisogno della macchina fotografica, di un pc e di una stampante oltre a due collaboratori. Già perché mentre noi scatteremo le fotografie ci dovrà essere qualcuno che farà la spola tra noi e chi elabora le foto che provvederà a fare il cambio di schede di memoria e chi starà alla postazione pc dovrà essere rapido nell’elaborare gli scatti e pronto a stamparli nel caso si riuscisse a venderli a qualcuno degli atleti o loro famigliari.
I ritmi sono frenetici, tutto subito, tutto al volo.
I fotografi sono tutti pronti a questa rapidità operativa?
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