venerdì 22 novembre 2013

Riflessioni sul mondo Olympus

Chi mi conosce da abbastanza tempo sa che nella mia vita fotografica, che ormai si protrae da 20 anni, ho provato diversi sistemi sia ai tempi della pellicola che con il digitale finendo per scegliere quello offerto da Olympus per tante ragioni.
Negli anni ci sono state le ondate Nikoniane, poi quelle Canoniane e a seconda del periodo nei circoli fotografici ho visto mutare le masse in favore di questa o quella casa a seconda delle recensioni delle riviste o del parere di esperti fotografi internazionali.
Questa cosa non l’ho mai capita onestamente, il parere degli altri è sempre utile, soprattutto se critico, ma rimane un parere e soprattutto è legato non solo al tipo di fotografia che il singolo fa ma anche al feeling personale che instaura con il corpo macchina e le lenti che prova. Io quando ho assaggiato altri sistemi l’ho fatto principalmente per delle specifiche lenti che ritenevo potessero adattarsi bene al tipo di foto che eseguivo in quel periodo mentre oggi la scelta di un sistema sembra essere legata a mode e marketing più che ad esigenze reali.
Una cosa che apprezzavo nel mondo Olympus era il fatto che gli olympici non sentivano il peso delle mode, si parlava di fotografia, di attrezzatura legata al tipo di lavoro svolto, tutto molto pratico e molto stimolante perché al centro del discorso c’era la foto, non la tecnologia.
Tutto questo con il tempo è mutato però.
Ai tempi della e1 il sensore delle macchine era di marca Kodak, pochi MegaPixel, rumore già a 400 iso ma colori favolosi e ottima resa dei dettagli ( con ottiche buone ). Gli altri ci prendevano in giro, dicevano che gli iso erano tutto, che il sensore faceva schifo ecc…ma noi eravamo felici della scelta fatta, le foto stampate erano splendide e facevamo spallucce.
Poi sono arrivati i sensori Panasonic, tanta elettronica e funzioni in più e qualcosa è iniziato a cambiare, iso migliori anche se ancora peggio che le aps-c e già le discussioni sui forum Olympus sono iniziate a migrare dalla foto all’attrezzatura intesa come valutazione fatta al pc dei file prodotti, ci stava in parte, faceva parte del gioco imposto dal dalla tecnologia incalzante.
Oggi abbiamo macchine come la em5 e la nuova em1 che di fatto grazie ai nuovi sensori made in Sony, ai nuovi processori di immagine e alle mille diavolerie offerte dai software non hanno problemi a tenere testa ai file prodotti dai marchi concorrenti e il mutamento di pensiero è giunto al suo apice.
Ieri ho aperto, dopo tanto tempo, un paio di forum dedicati al mondo Olympus sperando di leggere e condividere impressioni di uso della em1, sperando di vedere foto, rese cromatiche e quant’altro e invece niente, tante sterili discussioni su elettronica, su mirini, menù, pulsanti e settaggi ma poche foto.
Forse tutta questa elettronica ci ha allontanato dalla fotografia vera, dall’immagine e gli altri ci erano arrivati prima semplicemente perché avevano macchine che puntavano a quello prima di noi. Io non sono esente da queste manie, sia chiaro, le mie sono riflessioni interiori da cui non mi sottraggo e in cui mi ritrovo ma su cui cerco di riflettere.
La filosofia della casa in parte era cambiata, perdendo anch’essa l’anima originale ma con la em1  forse tornata, più che con altri corpi, alle origini, al tenere il fotografo al centro dell’attenzione mettendogli al contempo a disposizione tutti gli strumenti possibili per aiutarlo nel lavoro. Ho rivisto la vecchia Olympus con la nuova macchina, un corpo costruito attorno alla mano dell’utente e una lente pro costruita attorno al corpo come se il tutto dovesse essere un naturale prolungamento del fotografo.
Era dai tempi della e1 che non accadeva.
Non posso negare che parte del piacere che provavo a fotografare con la e3-e5 assieme allo Zuiko 12-60 sia sciamato nel tempo con il passaggio al micro4\3 proprio perché non trovavo più la filosofia costruttiva che caratterizzava il marchio fin dalle origini anche in termini di ergonomia e qualità dei materiali che possono sembrare fronzoli ma che personalmente ritengo più importanti di tanti discorsi sul rumore digitale.
In questi giorni sto testando la nuova arrivata, è un piacere tenerla in mano, trasmette qualcosa, la impugno bene, con piacere e trovo i pulsanti là dove le mie dita li cercano e scatto, senza troppi pensieri sugli iso, sulla qualità del mirino o sulla durata delle batterie.

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