Mi chiamo Thomas Lucchetti e vivo a Trieste, una piccola ma affascinante città italiana e la mia passione più grande è la fotografia. Ho iniziato quando per la comunione mi regalarono una compatta a pellicola della Kodak per poi passare alla reflex e, dal 2000 iniziai a usare attrezzatura digitale. Nel mio curriculum ho diverse esposizioni a Firenze e Trieste, ho eseguito diversi book fotografici per aspiranti modelle e immortalato matrimoni e battesimi.
venerdì 28 ottobre 2011
Minimalismo fotografico
giovedì 27 ottobre 2011
Modalità di ripresa nelle reflex: A-S-P-M
Quando si approda alle reflex una cosa che può cogliere alla sprovvista un novello fotografo è l’assenza delle scene pre impostate presenti sulle compatte e sulle bridge e, a dire il vero, anche sulle reflex entry level. Se però uno acquista una macchina semi professionale o professionale potrebbe trovarsi catapultato in un mondo che solo apparentemente complica la vita al fotografo.
Sulle reflex si lavora in diversi modi, o completamente in manuale oppure andando ad agire sui parametri che ci interessano e lasciando poi alla macchina le altre scelte. Lavorare in manuale non vuole dire essere un fotografo migliore rispetto a chi lavora in una modalità programmata, vuole dire semplicemente avere più tempo per poter settare la macchina per una data fotografia mentre utilizzare le altre modalità ci permette una più rapida possibilità d’azione se ci troviamo a fare fotografie di diversa tipologia nello stesso momento.
Cosa significano le lettere A-S-P-M?
A: è la modalità che permette di scegliere il diaframma, in pratica noi decidiamo la luminosità e di conseguenza anche la profondità di campo che deve avere la foto e la macchina regola i tempi di scatto e gli iso.
S: qui noi decidiamo i tempi dello scatto lasciando alla macchina la scelta del diaframma e degli iso.
P: è la modalità “automatica” delle reflex, la macchina decide i tempi, il diaframma e gli iso più adeguati per una determinata scena, possiamo comunque variare tali valori se vogliamo personalizzare lo scatto.
M: manuale, qua dobbiamo scegliere tutto noi, nulla di complicato ma dovremo per ogni scatto andare a vedere che le scelte siano corrette e che il risultato ci soddisfi.
Io lavoro al 99% in A, mi piace decidere la profondità di campo dello scatto, valutare di volta in volta la quantità di sfocato e lasciare alla macchina le altre impostazioni a parte gli iso, anche su quelli preferisco lavorare manualmente.
Il bello delle reflex è la flessibilità, indipendentemente dal programma che scegliamo per scattare avremo sempre la possibilità di agire su ogni singolo parametro se lo riterremo necessario, nulla ci sarà precluso ed è questo che rende magica la reflex.
Un fotografo non può accontentarsi di lasciar decidere tutto alla macchina ma deve capire quale parte delle impostazioni deve controllare di volta in volta per ottenere la foto che ha in mente.
Se per esempio vogliamo fotografare le scie create dai fari di un’automobile in corsa dobbiamo lavorare in S per trovare il giusto tempo necessario ad ottenere tale effetto ma non sempre basta, spesso infatti dovremo anche andare a lavorare sugli iso e sull’esposizione per ottenere una bella foto.
Bisogna sempre ricordare che la macchina fotografica si imposta in automatico per portare a casa lo scatto ma non ha idea di quello che noi vogliamo ottenere e quindi dobbiamo imparare a domare i vari parametri che ci mette a disposizione.
Se ad esempio stiamo eseguendo una macro lavorando in A decideremo se mettere a fuoco un singolo particolare o tutta la scena inquadrata, se ad esempio stiamo fotografando un insetto potremmo volere a fuoco solo la testa oppure tutto il corpo e potremo deciderlo agendo sul diaframma.
Un fotografo potrebbe anche affidarsi sempre alla macchina e lavorare esclusivamente in P ma a mio avviso questo fotografo sarebbe una persona che ha fatto un acquisto errato potendo a quel punto prendere una validissima bridge, risparmiando soldi e potendo anche contare su scene programmate che gli assicurerebbero sempre ottimi risultati.
La pigrizia e le reflex non vanno d’accordo a mio avviso.
martedì 25 ottobre 2011
Niente Sony Nex-7 e A65 per Natale
Ecco una immagine eloquente di come siano ridotte quelle popolazioni oggi:
lunedì 24 ottobre 2011
Test comparativo Zuiko Digital 35mm macro e lo Zuiko Digital 50mm macro con e senza l'EC-14
35mm
35mm+ec-14
50mm
50mm+ec-14
domenica 23 ottobre 2011
Olympus Zuiko Digital 50mm f2 macro
Credo che lo ZD 50mm f2 macro, equivalente ad un 100mm sul 35mm sia una lente obbligatoria nel corredo di qualsiasi utente Olympus.
Questo vetro è probabilmente il più definito della gamma Zuiko, una lama che può essere usata senza problemi sia nelle macro che nei ritratti grazie alla sua alta definizione.
La velocità della messa a fuoco non è il massimo, essendo un'ottica macro è pensata più per la precisione che per la rapidità quindi dovete avere pazienza se ogni tanto impiegherà un pò a mettere a fuoco il soggetto.
La sua luminosità di f2 lo rende perfetto per ambienti poco luminosi ma la ridotta profondità di campo obbliga ad avere una particolare attenzione per quanto riguarda l'effettivo punto di messa a fuoco, a dispetto di quanti molti affermano infatti anche nel 4:3 è facile avere a fuoco la ciglia e non la pupilla del soggetto!
L'ottica è ovviamente tropicalizzata appartenendo alla famiglia delle pro ed è molto compatta e leggera, nonostante ciò non si ha mai la sensazione che possa essere anche fragile.
Una caratteristica importante è che montando il moltiplicatore EC-14 questa lente diventa un 140mm equivalente f2.8 senza perdere minimamente in qualità.
Distorsioni ed aberrazioni cromatiche sono praticamente assenti essendo un'ottica fissa di pregio.
Vi metto alcune immagini di prova che vi permetteranno anche di valutare l'esigua profondità di campo che si può raggiungere, le palline delle foto sono minuscole, 2mm di diametro.
sabato 22 ottobre 2011
Isola della Cona riserva naturale alle foci dell'Isonzo
venerdì 21 ottobre 2011
Fuji FinePix X100
giovedì 20 ottobre 2011
Olympus E-5 + 35mm macro
Scelta delle lenti
mercoledì 19 ottobre 2011
Canon EOS-1D X...il top
The end of Olympus system 4:3? La fine del sistema Olympus 4:3?
Il sistema 4:3 è nato a mio avviso nel modo peggiore possibile sotto il profilo del marketing e delle potenzialità ed ancora oggi ne paga le conseguenze.
Ritornando a quei tempi bisogna ricordare che i professionisti stavano passando dai sistemi a pellicola a quelli digitali e si trovavano davanti diverse opzioni, dai sensori con rapporto 3:2 APS-C di Canon, Nikon e in seguito Pentax al sistema differente adottato da Olympus con il suo sensore dal rapporto 4:3, più piccolo dei concorrenti e più quadrato. I professionisti erano già abituati a lavorare con il rapporto 3:2 della pellicola e quindi scegliere un formato per cui possedevano già l’occhio fu una conseguenza naturale senza contare il fatto che chi aveva già un corredo di ottiche difficilmente avrebbe venduto tutto per migrare verso Olympus.
Il grande vantaggio di Olympus allora era che tutto il sistema era stato concepito per il digitale con lenti telecentriche che facevano la differenza perché accoppiate ad un sensore quasi quadrato che ne esaltava la qualità anche ai bordi quando i concorrenti ancora utilizzavano le stesse ottiche della pellicola portandole sui corpi digitali.
Seppe sfruttare questo fattore?
No, nessuna campagna pubblicitaria di massa e penetrante, molti annunci in rete ma pochi fatti che non riuscirono a convincere i professionisti a cambiare i loro corredi anche per mancanza di testimonial di alto livello che sostenesso il nuovo standard.
Il sensore Olympus poi soffriva molto in condizioni di bassa luminosità rispetto alla concorrenza generando molto rumore che andava a rovinare la qualità degli scatti già a 800 iso quando gli altri arrivavano a 1600 prima di soffrire della stessa grana.
Lo sbaglio più grosso fu quello di mettere sul mercato una prima ammiraglia che se da un lato fece storia per la sua ergonomia e silenziosità dall’altro portò con sé scelte progettuali totalmente sbagliate. Va ricordato che la E-1 infatti non possedeva né il flash incorporato né lo stabilizzatore di immagine, due fattori questi che sommati alla scarsa propensione agli alti ISO rendevano l’ammiraglia appetibile solo per foto diurne o foto da studio tagliando le gambe ai fotografi amatori che poi sono quelli che determinano gli introiti reali alle case costruttrici.
Per cercare di risollevare le vendite Olympus si perse poi nella produzione di diverse classi di reflex entry level come
Nonostante ciò va ricordato che Olympus è stata la casa che ha dato il via a tutte le rivoluzioni nel campo digitale, è stata la prima casa a dotare il sensore di un sistema di pulizia della polvere che ancora oggi risulta il migliore, è stata la prima a dotare il corpo macchina dello stabilizzatore di immagine, è stata la prima ad offrire il live-view sulle reflex e a concepire i filtri artistici già in macchina ma come spesso accade le lepri non vincono le gare ma facilitano gli avversari che devono solo imitare.
La seconda ammiraglia, la E-3, tentò di colmare gli errori della precedente cambiando sia la forma che la sostanza, adottando un flash integrato, lo stabilizzatore di immagine sul sensore e non ultimo uno schermo snodabile, grande novità sulle reflex. La E-3 doveva rappresentare la svolta per Olympus nel settore professionale ma così non fu, le vendite furono basse anche a causa di un prezzo di vendita alto se rapportato alla concorrenza che comunque era più aggressiva e rapida nel proporre nuovi modelli con cadenza annuale mentre Olympus restava al palo per 3 anni prima di presentare nuovi modelli.
La E-5, l’ultima ammiraglia immessa sul mercato è un capolavoro a mio avviso, non ha nessuna nota di spicco rispetto la concorrenza ma neanche mancanze ed in ogni sua funzione rimane ad un livello alto di prestazioni ma anche in questo caso il prezzo di vendita è troppo elevato soprattutto perché gli altri marchi hanno in catalogo modelli di pari classe (o superiore) a prezzi inferiori.
Io sono stato un sostenitore di Olympus fin dal primo momento, dalla E-1 alla E-5 ho avuto tutte le macchine fotografiche reflex di questa casa e posso quindi parlarne con cognizione di causa e rimarrò sempre sbalordito nel ripensare agli errori che Olympus commise e continua a commettere ancora oggi.
Quale industria ha mai dichiarato la fine di un sistema un mese prima di lanciare sul mercato una ammiraglia?
Quale professionista si sarebbe mai sobbarcato la spesa di passare al 4:3 sapendo che non avrebbe avuto una evoluzione?
Io sono un amatore, un appassionato di fotografia ed ho potuto permettermi questo ultimo acquisto conscio che mi accompagnerà per molti anni ma pochi altri mi hanno seguito.
Molti hanno venduto tutto e sono passati a Canon o Nikon.
Anche il comparto ottico è un tema di forte discussione, è vero che per il sistema 4:3 Olympus ha le ottime ottiche Zuiko che coprono le lunghezze focali dai 14 ai 600mm equivalenti e che sono ben differenziate come fasce di utilizzo tra amatoriali, semi professionali e professionali ma i prezzi sono alti se confrontati alla concorrenza, non ci sono altri marchi che supportino lo standard dopo l’uscita di scena di Sigma e le promesse di compattezza iniziali sono state solo in parte mantenute.
Io da amatore ho il mio bel borsone di ottiche ed il mio bel corpo macchina ma se vado a pensare a quanto valore mi porto appresso mi viene male nel momento in cui guardo alla vastità di scelta che hanno gli utilizzatori di corpi macchina Canon o Nikon, anche nell’usato e questo rappresenta un problema non da poco per chi si affaccia al mondo delle reflex per la prima volta.
Attualmente non si sa nulla del destino del 4:3, gli entusiasmi derivati dalla E-5 e dalla sua altissima qualità sono lentamente sciamati e dal Giappone non arrivano notizie ufficiali e questo non spinge le vendite di sicuro.
Sarebbero da licenziare in tronco i manager Olympus responsabili del settore marketing per la loro inadeguatezza che, per fortuna, non si è riproposta con il Micro 4:3 anche se pure in questo nuovo settore di passi falsi e scelte sbagliate ne hanno fatte decine ed ora che la concorrenza ha messo la freccia sta già superando Olympus in un settore da lei creato ed inventato di cui non ha saputo sfruttare le potenzialità fin dall’inizio.
Alle persone che mi chiedono cosa acquistare io non consiglio mai la mia marca, piuttosto indico in Pentax un ottimo acquisto e proprio a Pentax la Olympus dovrebbe guardare e prendere esempio visto che quella casa dall’oblio è arrivata ai vertici di categoria con 4 corpi macchina ottimamente concepiti ed un parco ottiche in fermento.
Stiamo assistendo alla fine dello standard 4:3?
Mi auguro di no ma razionalmente non vedo prospettive per il futuro e l’azienda non manda segnali in tal senso, sembra accanimento terapeutico nei confronti di un sistema in cui la stessa casa che lo ha creato non crede più.
Io nel mio piccolo il mio bel contributo alla causa l’ho versato nelle casse di Olympus e probabilmente ne verserò ancora uno per ricomprare il 12-60SWD che piano piano mi sta abbandonando ma poi stop, non spenderò più fino alla morte della mia E-5 e poi vedrò cosa avrà da offrire il mercato.
In tutto questo non mi sento tradito, a differenza di altri, da Olympus, il mercato funziona così, alle volte basta un passo falso e si fallisce, altre volte basta un buon colpo per vivere di rendita. Una cosa la so, Canon ha presentato la sua nuova ammiraglia, una macchina che va a riscrivere gli standard di riferimento per i professionisti, Olympus purtroppo non ha la forza economica per poter fare altrettanto e, sinceramente, credo che neanche le interessi più.
martedì 18 ottobre 2011
Olympus photo hunting
Gli scatti sono eseguiti con il 50-200SWD, lente che mi piace ogni volta di più per la nitidezza che restituisce e per la velocità della messa a fuoco.
Un altro scatto che mi piace per motivi sentimentali è questa:
il sentimento risiede nel fatto che amo questo castello ed il suo parco, un luogo in cui ho passato molte ore della mia vita a fotografare, leggere o semplicemente riflettere.
giovedì 13 ottobre 2011
Olympus HLD-4, il battery grip olympico
Ecco alcune immagini del BG HLD-4 attaccato alla macchina con su il 50-200SWD
Estetica a parte il battery grip Olympus è ottimo, solido, possente oserei dire e con le due batterie inserite bilancia perfettamente il corpo quando si usano ottiche come il 50-200SWD, magari assieme all'EC-14.
Il BG è tropicalizzato ovviamente, come il resto del corpo macchina e dà la possibilità di essere utilizzato senza problemi per le riprese verticali grazie alla ripetizione delle ghiere di scelta e del pulsante di scatto, comandi questi che possono essere abilitati o disabilitati grazie ad un comodo interruttore.
Questo optional ha il grande pregio di raddoppiare gli scatti eseguibili portandoli a circa 1200, ottimo per lunghe sessioni di foto o uscite lontane da prese di corrente.
Direi che d'obbligo sarà l'acquisto della cinghia laterale che funge anche da supporto nell'impugnatura, appena la prenderò posterò le immagini ovviamente.
Il prezzo del battery grip originale è impegnativo, in Italia si sta tranquillamente oltre i 240 euro, 220 se si è fortunati mentre in Inghilterra, comprese le spese di spedizione, lo si trova a 160 euro cercando ed avendo pazienza. Esistono anche battery grip non originali, alcuni anche con il telecomando per lo scatto remoto e dal prezzo nettamente inferiore, sui 70 euro ma personalmente non mi sono fidato a fare un acquisto del genere per l'apparecchio che deve fornire l'energia alla mia macchina.
Da segnalare nella confezione anche l'adattatore per poter alimentare il BG con le pile stilo, utile in caso di emergenza.
Lo consiglio per due motivi, primo perchè migliora di molto l'ergonomia nell'impugnatura del corpo macchina e secondo perchè protegge il monitor della E-5 che è un pò esposto a possibili urti.
Un acquisto sensato?
Dipende dalle foto che fate, se non siete mai arrivati a fine batteria nelle vostre uscite non vi servirà assolutamente, se invece più di una volta avete dovuto mettere su una seconda cartuccia allora sarà un buon compagno di viaggio, soprattutto se avete ottiche pro e top pro.