giovedì 27 ottobre 2011

Modalità di ripresa nelle reflex: A-S-P-M

Quando si approda alle reflex una cosa che può cogliere alla sprovvista un novello fotografo è l’assenza delle scene pre impostate presenti sulle compatte e sulle bridge e, a dire il vero, anche sulle reflex entry level. Se però uno acquista una macchina semi professionale o professionale potrebbe trovarsi catapultato in un mondo che solo apparentemente complica la vita al fotografo.

Sulle reflex si lavora in diversi modi, o completamente in manuale oppure andando ad agire sui parametri che ci interessano e lasciando poi alla macchina le altre scelte. Lavorare in manuale non vuole dire essere un fotografo migliore rispetto a chi lavora in una modalità programmata, vuole dire semplicemente avere più tempo per poter settare la macchina per una data fotografia mentre utilizzare le altre modalità ci permette una più rapida possibilità d’azione se ci troviamo a fare fotografie di diversa tipologia nello stesso momento.

Cosa significano le lettere A-S-P-M?

A: è la modalità che permette di scegliere il diaframma, in pratica noi decidiamo la luminosità e di conseguenza anche la profondità di campo che deve avere la foto e la macchina regola i tempi di scatto e gli iso.

S: qui noi decidiamo i tempi dello scatto lasciando alla macchina la scelta del diaframma e degli iso.

P: è la modalità “automatica” delle reflex, la macchina decide i tempi, il diaframma e gli iso più adeguati per una determinata scena, possiamo comunque variare tali valori se vogliamo personalizzare lo scatto.

M: manuale, qua dobbiamo scegliere tutto noi, nulla di complicato ma dovremo per ogni scatto andare a vedere che le scelte siano corrette e che il risultato ci soddisfi.

 

Io lavoro al 99% in A, mi piace decidere la profondità di campo dello scatto, valutare di volta in volta la quantità di sfocato e lasciare alla macchina le altre impostazioni a parte gli iso, anche su quelli preferisco lavorare manualmente.

Il bello delle reflex è la flessibilità, indipendentemente dal programma che scegliamo per scattare avremo sempre la possibilità di agire su ogni singolo parametro se lo riterremo necessario, nulla ci sarà precluso ed è questo che rende magica la reflex.

Un fotografo non può accontentarsi di lasciar decidere tutto alla macchina ma deve capire quale parte delle impostazioni deve controllare di volta in volta per ottenere la foto che ha in mente.

Se per esempio vogliamo fotografare le scie create dai fari di un’automobile in corsa dobbiamo lavorare in S per trovare il giusto tempo necessario ad ottenere tale effetto ma non sempre basta, spesso infatti dovremo anche andare a lavorare sugli iso e sull’esposizione per ottenere una bella foto.

Bisogna sempre ricordare che la macchina fotografica si imposta in automatico per portare a casa lo scatto ma non ha idea di quello che noi vogliamo ottenere e quindi dobbiamo imparare a domare i vari parametri che ci mette a disposizione.

Se ad esempio stiamo eseguendo una macro lavorando in A decideremo se mettere a fuoco un singolo particolare o tutta la scena inquadrata, se ad esempio stiamo fotografando un insetto potremmo volere a fuoco solo la testa oppure tutto il corpo e potremo deciderlo agendo sul diaframma.

Un  fotografo potrebbe anche affidarsi sempre alla macchina e lavorare esclusivamente in P ma a mio avviso questo fotografo sarebbe una persona che ha fatto un acquisto errato potendo a quel punto prendere una validissima bridge, risparmiando soldi e potendo anche contare su scene programmate che gli assicurerebbero sempre ottimi risultati.

La pigrizia e le reflex non vanno d’accordo a mio avviso.

 

 

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