martedì 12 agosto 2014

Prospettiva e punti di vista nella fotografia

Spesso un aspetto molto importante nella fotografia passa in secondo piano o non viene preso per niente in considerazione, la prospettiva.
Io guardo spesso siti come Instagram, YouPic o Flickr e un aspetto che salta all’occhio è la piattezza della maggior parte delle foto, immagini belle nella maggior parte dei casi ma che sanno di già visto, di già esplorato e quindi che trasmettono meno di quanto potrebbero.
L’errore più facile da commettere quando si scatta è quello di portare semplicemente la fotocamera davanti al viso e premere il pulsante di scatto, la cosa più naturale si potrebbe pensare ma anche la più banale. Le foto migliori, quelle che attirano l’attenzione dell’osservatore e che emergono dalla massa solitamente non hanno nulla in più rispetto alle altre se non un diverso punto di ripresa, una prospettiva inaspettata che spiazza l’osservatore.
Facciamo un esempio, se state facendo i turisti e vi trovate davanti al Colosseo nel 99% dei casi scatterete una foto ad altezza d’uomo per riprendere il monumento, cosa succederebbe se invece appoggiaste la fotocamera a terra riprendendolo dal basso verso l’alto? Creereste un’immagine diversa, una prospettiva da bambino si potrebbe dire che abbinato ad un grandangolo farebbe dire WOW a molti, specialmente se in post produzione avrete l’accortezza di esaltare colori e contrasti, magari anche azzardando un hdr.
Per molti pensare in modo diverso, uscire dagli schemi, rappresenta una forzatura insuperabile e la fotografia in questo aiuta moltissimo perché poi diventa un atteggiamento mentale che si riflette nel vivere quotidiano, si impara cioè a vedere tutto da più angolazioni e non solo da un singolo punto di vista.
La prospettiva ha fatto la fortuna della pittura, quando si passò dalle immagini piatte a quelle dotate di profondità il salto fu epocale e lo stesso avviene con le fotografie, cercare la profondità, la dinamicità è fondamentale, soprattutto oggi che scattano tutti foto con ogni genere di supporto.
I grandi fotografi erano e sono capaci di fare questo con una macchina fotografica, alcuni per capacità innata e altri per apprendimento sul campo.
Se guardo le foto che postano le persone al rientro da una vacanza spesso mi incazzo mentalmente perché vedo tante fotografie mancate, ci sono immagini, ricordi per loro ma che agli altri non trasmettono nulla perché piatte, monotone e già viste grazie alla rete che rende visitabile il mondo intero per immagini. Mi chiedo perché ci sono tanti orizzonti storti, perché non hanno fatto qualche passo in più o meno per togliere o inglobare dei dettagli ecc…tutte cose che nascono spontanee quando ami la fotografia ma che ovviamente a loro risultano superflue.
Sia chiaro che non appartengo alla schiera dei grandi fotografi, forse appena a quella dei mediocri ma faccio lo sforzo di migliorare e lo sforzo più grande è rappresentato dal cercare cose diverse o almeno prospettive diverse per raccontare qualcosa che già si conosce.
Le macchine fotografiche di oggi permettono di fare di tutto a livello di ripresa e elaborazione ma rimangono strumenti e basta, poi è l’occhio della persona a fare la differenza, la sua sensibilità e il colpo d’occhio, tutti aspetti su cui ci si può allenare migliorando di foto in foto.
Questo a mio avviso dovrebbero insegnare ai vari corsi di fotografia ma purtroppo è un aspetto spesso trascurato in favore di altri come la tecnica e varie cognizioni puramente teoriche che non fanno la differenza alla fine.

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