mercoledì 2 ottobre 2019

La fotografia oggi

Cos' è diventata la fotografia oggi?
Sinceramente è una domanda a cui è difficile rispondere e direi che lo sparti acque sta a cavallo dell'anno 2000, con il crescente uso delle macchine digitali e dei telefoni con sempre migliori capacità in tale campo.
I "millennial" oggi conoscono solo la fotografia digitale e quasi esclusivamente legata all'uso dello smartphone e dei filtri digitali ormai divenuti potentissimi e scattano bellissime immagini, non foto, immagini che poi postano sui social e dopo un secondo neanche ricordano di aver fatto.
La fotografia ragionata, studiata, cercata è sempre più rara anche perché una volta se si usciva per fare fotografie si andava con l'attrezzatura e si usciva per quello, oggi invece la fotografia è continua proprio grazie ai telefoni. Fateci caso, quando camminate per strada e accade qualcosa, dall'incidente all'artista di strada particolarmente bravo è subito un fiorire di smartphone che filmano, fotografano e condividono subito il tutto sui social, non c'è studio, solo immediatezza e rapidità.
Non è una accusa ovviamente ma un dato di fatto ed è sempre più difficile distinguere l'immagine dalla foto, il ripreso al volo senza pensarci dal costruito con cura e riflettendo e allora ci si chiede se vale la pena spendere soldi in corpi ed ottiche se poi alla massa piace l'immagine e non la foto.
Non nomino neanche le stampe delle fotografie, quasi nessuno si preoccupa di preservare i ricordi lasciando alla tecnologia di farlo salvo poi perdere anni di scatti per un hd difettoso o una cancellazione errata, d'altro canto se la gente iniziasse a stampare le foto a una dimensione di almeno 13x19 si accorgerebbe che in effetti non è questo gran che rispetto al vederla sullo schermo del telefonino e ancor peggio sarebbe se cercasse di farne un ingrandimento.
Il fotografo è in estinzione, ha ancora delle nicchie di mercato ma se si guarda in giro i fotografi che avevano anche un negozio stanno sparendo e la maggior parte del lavoro è stato eroso da persone che lavorano in nero, con attrezzatura da amatore ma che si fa pagare pochi soldi e quindi è preferita al professionista.
D'altro canto non poteva che essere così, al tempo della pellicola i prezzi erano molto alti sia per i corpi che per le ottiche e soprattutto i rullini, lo sviluppo, la stampa e la necessità di essere certi di scattare nel modo giusto per non sprecare soldi o rovinare un lavoro erano deterrenti naturali nei confronti degli amatori. Oggi una persona con 1.500 euro già può prendere un corredo decente e azzerando gli altri costi e potendo sparare raffiche di fotografie da cui poi estrapolare quelle buone non si pone problemi ad accettare incarichi delicati come possono essere i matrimoni perché tanto tra la quantità e l'aiuto del pc le foto le tirerà fuori.
Purtroppo è anche difficile emergere, nella selva di Instagram fare notare le proprie foto è quasi impossibile a meno di non essere un animale dei social ed essere più bravo in tal senso che a fare fotografie.
Allora ha ancora senso definirsi fotografi?
Sì, se si è consci di ciò che significa, se si è veramente amanti della fotografia e ci si mette l'anima negli scatti e non si preme il pulsante in continuazione, se si ha la cognizione di ciò che si fa e perché lo si fa.


   

martedì 1 ottobre 2019

Ritorno alla vecchia ammiraglia

Sarà l'età, sarà quel senso di nostalgia per le belle cose del passato ma sto rispolverando la vecchia gloria, Olympus E-5. Sì, non una micro 4\3 bensì l'ultima ammiraglia reflex 4\3 prodotta da Olympus nel 2010 che avevo ancora in cantina tra le altre glorie assieme a qualche ottica.
Perché fare un salto così grande?
Semplicemente per il motivo che a suo tempo avevo espresso in passato, la qualità dell'immagine è tutto per un fotografo.
Il micro 4\3 l'ho mangiato fin dai suoi albori, passando dalla e-p1 fino ad arrivare alla omd e-M1 II senza mai trovare la qualità che avevo con la vecchia reflex. Parlo di nitidezza e fedeltà cromatica che a mio avviso in casa Olympus raggiunsero l'apice proprio con la E-5 e il suo processore di immagine che fu specificatamente progettato pre spremere fino all'ultimo pixel del sensore da 12 Mp di cui era dotata e che risulta ancora oggi più che sufficiente per i comuni mortali.
Certamente il micro 4\3 lo terrò ancora, non si butta al vento la tecnologia e certi aspetti vanno mantenuti come i video ad esempio ma per la fotografia pura è un'altra storia e conta ciò che una macchina sforna.
La cosa più dura sarà riabituarmi ai pesi e agli ingombri, devo ammettere che in tal senso la serie micro mi ha ampiamente soddisfatto ma ci si riabitua a tutto, specialmente se ne vale la pena.
A breve posterò una recensione di questa vecchia ammiraglia per far vedere come il passare del tempo e l'avvento di nuove tecnologia non debba per forza mandare in pensione quello che già abbiamo e che funzione bene.


lunedì 26 agosto 2019

E-M5 II + ZUIKO DIGITAL 70-300 MM + EC-20

Riesumato dallo sgabuzzino lo zoom 70-300 del 4/3 , l'anello adattatore e il moltiplicatore 2X ho voluto fare delle prove.
Ovviamente la velocità non è il suo forte, andrà sicuramente meglio sulla E-M1 II ed è tutto sbilanciato lato lente ma vi dirò...non mi dispiace il risultato. Il moltiplicatore 2X lo porta a essere un 1.200mm equivalente e quindi usabile solo su treppiede e calcolando che era una lente di fascia media direi che è usabile più per sfizio e test che altro.
Per foto normali invece avere un 140-600 equivalente dalle prestazioni nella media non mi è dispiaciuto, non si possono fotografare uccelli in volo almeno con la E-M5 II ma il resto sì a patto d'avere luce essendo una lente non propriamente luminosa di suo.
Le foto sono state solo rimpicciolite come rosoluzione perdendo ovviamente dettaglio, le originali sono decisamente meglio.
 











giovedì 22 agosto 2019

La fotografia non è l'attrezzatura fotografica

Nei forum e nei circoli fotografici si è persa nel tempo la cultura fotografica lasciandosi prendere la mano dalla tecnologia. Quando parlo con altri fotografi sento parlare di iso, di rumore, di sensori, di buffer di memoria e poco niente di fotografia.
I momenti più importanti della storia sono stati immortalati con macchine fotografiche semplici, con dentro un rullino su cui fare affidamento e che non si poteva cambiare al volo eppure i fotografi ce la facevano, lasciavano traccia storica degli avvenimenti.
Oggi non funziona più così, qualsiasi cosa è fotografata in qualsiasi momento a partire dai cellulari salendo fino alle reflex full frame ma sono bit che raramente durano e spesso finiscono negli hard disk e dimenticati, ben che vada vengono caricati su Instagram sperando in un like.
Certo, ci sono ancora i professionisti della fotografia, quelli che girano il mondo e lo raccontano, magari a rischio della propria vita ma a parte essere una rarità state pur certi che non scelgono la loro attrezzatura basandosi sul rumore digitale o sulle finezze tecnologiche.
Giro abbastanza per le mostre fotografiche, ormai espongono le foto tutti un po' come tutti pubblicano un libro, siamo alla perdita totale della qualità culturale e questo è un fatto. Proprio pochi giorni fa ho visto esposte in un locale delle foto, il titolo della mostra era "piccioni", 20 foto di piccioni ripresi in giro per la città, è un qualcosa degno di una mostra? Chi non vede quegli stessi piccioni ogni giorno? Cosa ha raccontato il fotografo che non fosse sotto gli occhi di tutti? Il fatto è che per esporre le proprie fotografie basta andare in un locale, chiedere il permesso, fare una presentazione pagando un centinaio di euro in aperitivi agli invitati che solitamente sono parenti e amici e così l'auto stima cresce e il locale guadagna qualcosa, non c'è selezione, non c'è critica o valutazione della foto.
Personalmente ho visto stampe di fotografie che mi hanno stupito, emozionato ed erano state fatte con delle compatte o con dei cellulari ma trasmettevano qualcosa, parlavano da sole. Già trovare le didascalie sotto alle foto per spiegarle è un fatto grave, se la foto deve essere spiegata allora ha fallito, deve essere chi la vede ad interpretarla e a capirla altrimenti è solo una banalità che l'autore cerca di dipingere come qualcosa di artistico.
Non voglio ergermi a professore di fotografia ma la pratico da 25 anni ormai e qualcosa ne so, ho studiato e applicato, ho fatto la vera gavetta con la pellicola, lo sviluppo in camera oscura e ho vissuto la nascita della fotografia digitale con la prima Casio che salvava lo foto su floppy disk e quindi mi sento qualificato per parlare di queste cose.
Io ho esposto qualche mia opera ma sono sempre passato per una selezione, c'è sempre stato un filtro tra me e la parete su cui veniva affissa la mia stampa e non sempre ho passato quel filtro ed è un bene, serve a crescere altrimenti è come pagarsi la pubblicazione di un libro e poi regalare le copie ad amici e conoscenti sentendosi pure bravi.
Ed un errore da non fare è postare le foto sui forum chiedendo consigli, è la cosa peggiore che potete fare, chi guarda la foto non deve valutare il tecnicismo che c'è in essa ma cosa suscita e invece nei forum finiscono quasi sempre per criticare la posizione, il soggetto ecc…tutte cose che spesso possono essere al di fuori dal controllo di chi ha scattato la foto.
Chiedo scusa se mi sono dilungato su questo argomento ma sono veramente demoralizzato, ormai gli studi fotografici non esistono più perché è venuta meno la cultura della fotografia e le gente si fa fare i servizi dal primo ragazzetto che si presenta con una reflex al collo e si fa pagare due euro, con la qualità di due euro che sarà il risultato finale, abbellito da filtri irrealistici sulle foto che tanto piacciono al giorno d'oggi.
In ogni caso buona luce a tutti voi.


domenica 4 agosto 2019

La fine del micro 4\3, the end of micro 4\3 system?

Da quando Panasonic ha presentato la sua stupenda Lumix full frame in rete ho letto di tutto e di più riguardo la morte del sistema micro 4\3.
Chiariamo una cosa, Panasonic fa parte del sistema, non è IL sistema.
Detto questo mi sembrerebbe assurdo che abbandonasse un settore che le frutta comunque una entrata e in cui con la serie GH ha anche il dominio in ambito video rispetto ai concorrenti.
Molti si sono chiesti perchè Olympus non abbia a sua volta seguito la tendenza del momento e non abbia sfornato una full frame. La risposta è semplice, Olympus è una mini azienda in campo fotografico rispetto alle altre e deve concentrarsi su una linea produttiva, già quando dovette abbandonare il 4\3 per il micro 4\3 rischiò la fuga di molti clienti, figuriamoci se facesse nuovamente un salto del genere la fine che farebbe.
Sia chiaro che anche io sogno una OM 1 versione digitale full frame, intendo proprio riprendere quel corpo che era già compatto all'epoca e riproporlo in chiave moderna ma quanti seguirebbero questa strada?
I fotografi investono sì nei corpi ma ancor più nelle ottiche e il solo cambio di baionetta può fare la differenza tra vita e morte di un marchio, figuriamoci di un marchio piccolo numericamente come Olympus.
Chi oggi grida alla fine di un sistema probabilmente non legge i risultati delle vendite che invece vede un netto calo delle reflex Canon e Nikon in favore delle mirrorless sia full frame che di formato più piccolo.
Olympus deve riuscire a resistere a una sola cosa, la corsa ai mega pixel, basta aggiungerne, 20 sono più che sufficienti, ora bisogna spremerli come limoni come fecero all'epoca dell E5 che aveva "soli" 12 Mp ma che erano da sogno per qualità e resa cromatica.

sabato 3 agosto 2019

Sensore micro 4\3 vs sensore da 1" Sensor micro 4\3 vs 1"

Oggi carico una comparativa tra il sensore micro 4\3 Olympus e quello da 1 pollice della Sony.
Gli scatti sono nelle medesime condizioni, stesso diaframma cambiando solamente la sensibilità dalla più bassa a salire.


MICRO 4\3 100 ISO



MICRO 4\3 100 ISO CROP



SONY 1" 80 ISO



SONY 1" 80 ISO CROP



MICRO 4\3 ISO 200



MICRO 4\3 ISO 200 CROP



SONY 1" ISO 200



SONY 1" ISO 200 CROP



MICRO 4\3 ISO 400



MICRO 4\3 ISO 400 CROP



SONY 1" ISO 400



SONY 1" ISO 400 CROP



MICRO 4\3 ISO 800



MICRO 4\3 ISO 800 CROP



SONY 1" ISO 800



SONY 1" ISO 800 CROP



MICRO 4\3 ISO 1600



MICRO 4\3 ISO 1600 CROP



SONY 1" ISO 1600



SONY 1" ISO 1600 CROP



MICRO 4\3 ISO 3200



MICRO 4\3 ISO 3200 CROP



SONY 1" ISO 3200



SONY 1" ISO 3200 CROP



MICRO 4\3 ISO 6400



MICRO 4\3 ISO 6400 CROP



SONY 1" ISO 6400



SONY 1" ISO 6400 CROP



Mi sono fermato ai 6400 iso essendo il valore massimo per la Sony, la Olympus si spinge su di altri due stop ma essendo una comparativa ho ritenuto fermarmi ai 6400.
Le macchine hanno esposto leggermente diversamente pur avendo la stessa impostazione in tal senso con la Sony che ha sotto esposto gli scatti rispetto alla Olympus a parità di sensibilità, scelta questa probabilmente per preservare le zone scure dall'insorgere di troppo rumore.

domenica 28 luglio 2019

Test ISO Sony RX100

Oggi ero in vena di test così ho tirato fuori anche la Sony RX 100 con il suo sensore da 1 pollice per vedere come se la cavava con la tenuta alle varie sensibilità.
La prova è fatta in condizioni di luce interna per valutare l'effetto del rumore.

ISO 80



ISO 80 CROP 100%



ISO 200



ISO 200 CROP 100%



ISO 400



ISO 400 CROP 100%



ISO 800



ISO 800 CROP 100%



ISO 1600



ISO 1600 CROP 100%



ISO 3200



ISO 3200 CROP 100%



ISO 6400



ISO 6400 CROP 100%



Come si può vedere la perdita di dettaglio inizia molto presto anche se fino a 1600 iso si può stampare senza troppe pretese, i 3200 e 6400 invece li vedo adatti solo al web o come ancora di salvezza.
Per me comunque questa compatta rimane una manna dal cielo per le foto diurne nelle uscite senza pensieri, permette ottimi scatti e sta in un taschino.