domenica 2 gennaio 2011

Sensazioni fotografiche

Chi ama la fotografia credo potrà capirmi, quando prendo in mano la macchina fotografica ed esco mi sento diverso, vedo il mondo da prospettive inusuali, mi accorgo di particolari che normalmente mi sarebbero sfuggiti. Non è un miracolo, è la passione che ti prende dentro e ti sfida ogni giorno a trovare qualcosa di nuovo, di diverso e a catturarlo provando un immenso e profondo piacere ogni volta che scatta l'otturatore, ogni volta che a casa, rivedendo le fotografie, si sente d'essere riusciti a fare qualcosa di bello. Ovviamente è soggettivo, non esistono foto belle o brutte in modo assoluto ma solo scatti che possono piacere o meno, questo è un punto importante da tenere presente. Leggendo forum e riviste mi accorgo sempre più spesso di quanto le persone perdano più tempo in tecnicismi che a scattare fotografie, escono, fotografano una piazza e poi passano la serata a discutere su un forum sulla qualità della luce, sul dettaglio ecc...senza investire tempo per capire se alla fine quella foto trasmette qualcosa. Io sono contrario alle sterili nozioni, possono fare parte del bagaglio di un fotografo come possono essere totalmente assenti ma di sicuro non sono loro a fare la differenza tra una foto che emoziona ed una che non trasmette nulla.
Una prova di ciò? Le foto di guerra, là nessuno perde tempo a seguire regole, scatti, cerchi di cogliere l'attimo e magari le foto vengono mosse, di sicuro non ricalcano le regole che insegnano ai corsi o sulle riviste ma sono foto vere, che riempiono gli occhi, che raccontano qualcosa. Ecco, questo è a mio avviso il fine ultimo della fotografia, narrare, descrivere, trasmettere un messaggio che può essere rappresentato dalla bellezza di una farfalla in una macro, dal sorriso di un bambino davanti al genitore o dalla miseria che imperversa sempre più nelle nostre strade.
Molti credono che per fare belle foto servano corsi su corsi e quando magari ancora i risultati non arrivano eccoli correre ai corsi di grafica per cercare di migliorare dopo ciò che in fase di scatto è andato perduto. Io sono contrario, bisogna partire dallo scatto senza pensare di poterlo modificare dopo ed in questo la fotografia a pellicola mi ha aiutato molto perchè quando dovevo comprare rullino, pagare le stampe e poi accorgermi degli errori ero molto motivato a migliorare fin dall'acquisizione dell'immagine. Oggi il digitale ha creato la generazione dei fotografi a consumo, giga e giga di foto scattate da cui estrapolarne una o due decenti da presentare poi come risultato. Non è fotografia, questa è statistica, se lascio la macchina sul cavalletto ed imposto che scatti una foto ogni dieci secondi è sicuro che prima o poi qualcosa di bello riprenderà!
Probabilmente ragiono così perchè provengo da una gavetta lunga e costosa, non sò, però so che quando esco e scatto una ventina di foto poi, quando torno a casa, la percentuale di foto scartate si ferma ad una o due, il resto sono venute come volevo (non belle per forza) mentre spesso sento gli altri scartare vagonate di foto perchè proprio non sono venute come volevano. Ora...nessuno nasce maestro ed io men che meno ma una cosa è sicura, per fotografare bisogna conoscere il proprio mezzo fino nei dettagli, saper settare la propria macchina al volo ed in base a quello che si sta osservando, non si può sbagliare in questo, è la base minima di partenza.
Di questi concetti base parlerò in seguito prendendoli ed esaminandoli uno per uno in modo semplice perchè la fotografia è semplice, perchè è inutile usare paroloni per cose banali come fanno in molti corsi per giustificare il fatto che ciò che vi stanno insegnando lo trovate semplicemente nel manuale di istruzioni della vostra macchina fotografica.
Ho divagato...capita spesso, chiedo scusa per questo lato di me che quando parte è difficile da fermare.

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